(MILANO / SENIGALLIA) – 15 dicembre, 2023 – “Identità digitale: tutte le strade portano al wallet” è il titolo del report di ricerca 2023 dell’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano, presentato lo scorso 28 novembre durante il convegno finale che ha chiuso i lavori per l’anno in corso.
Namirial è partner dell’Osservatorio Digital Identity sin dalla prima edizione ed è uno degli attuali dodici gestori di identità digitale SPID accreditati da AgID. Anche quest’anno la nostra azienda ha contribuito alla ricerca dell’Osservatorio, partecipando al convegno finale con Luigi-Enrico Tomasini, Process Innovation, Compliance & ESG Director.
Il 2023 ha segnato un ulteriore passo avanti verso un’identità digitale europea, grazie all’accordo raggiunto dal cosiddetto trilogo (Parlamento, Commissione e Consiglio) sul regolamento che introduce l’EU Digital Identity Wallet, il portafoglio europeo di identità digitale. L’iter previsto è ancora lungo e l’EUDI Wallet non vedrà la luce prima del 2026.
Tuttavia, è già chiaro che l’adozione di un wallet europeo richiederà inevitabilmente una convergenza dei diversi sistemi di identità digitale attualmente presenti nei singoli Stati Membri. In Italia questo processo riguarda SPID e CIE, che nel 2023 hanno consolidato la loro diffusione tra i cittadini italiani.
La diffusione di SPID, i dati dell’Osservatorio
I dati riportati nella ricerca 2023 dell’Osservatorio Digital Identity ci dicono che prosegue in Italia il processo di diffusione di SPID.
Gli SPID attivi tra chi ha più di 18 anni sono 36,4 milioni, cui si aggiungono circa 13mila SPID minori, attivati da chi rientra nella fascia 5-18 anni. La crescita delle identità digitali SPID da gennaio a novembre 2023 è stata del +9%, un tasso molto più contenuto rispetto al +23% registrato nel 2022. Questo dato porta a ritenere che, come osservato per altri sistemi di identità digitale internazionali, anche SPID sembra aver quasi raggiunto un plateu sul numero di rilasci.
Gli accessi effettuati con SPID
Restano stabili, rispetto al 2022, sia gli accessi totali effettuati dagli utenti usando SPID (oltre 1 miliardo), che gli accessi medi annui per singolo utente (25).
I dati confermano che per le Pubbliche Amministrazioni SPID è ormai uno strumento consolidato per l’accesso degli utenti ai propri servizi online, mentre per il settore privato continua a registrare un’adozione di molto inferiore al proprio potenziale.
La diffusione dei sistemi di identità digitale in Europa
A livello europeo, si conferma il trend che era già emerso lo scorso anno, con i tassi di penetrazione dei sistemi di identità digitali non basati su smartcard che sono rimasti sostanzialmente stabili in quei Paesi che avevano già raggiunto percentuali considerevoli e una crescita più marcata per quei Paesi che partivano da tassi di penetrazione più bassi.
Tra i Paesi che rientrano nel primo gruppo, la Norvegia conferma per il terzo anno di fila un tasso del 79%, la Svezia passa all’81% (+3% sul 2022) mentre l’Olanda arretra all’87% (il suo sistema di identità digitale DigId registra un -8% rispetto alla percentuale record del 95% del 2022).
L’Italia registra un tasso di penetrazione del 61% (+7% sul 2022) raggiungendo così la Francia (dove il sistema France Connect cresce solo dell’1% rispetto al 60% del 2022) e superando il Belgio, che con il suo sistema itsme cresce del 2% rispetto al 2022, fermandosi al 58%. Tassi di crescita interessanti si registrano in Portogallo (54% di penetrazione, +12% sul 2022), Austria (34%, +12%) e Svizzera (39%, +16%). Resta fermo al 9% il tasso di penetrazione del sistema di identità digitale della Repubblica Ceca mojeID.
Il rapporto degli utenti con l’identità digitale SPID
Secondo i dati dell’Osservatorio, la popolazione italiana ha sviluppato ormai una certa familiarità con i sistemi di identità digitale attualmente attivi e, in particolare, con SPID. Circa 2 utenti su 3 (64%) rientrano nella categoria definita “medium user”, con diversi accessi all’anno o al mese effettuati con il loro SPID; il 21% è considerabile “heavy user”, utilizzando il proprio SPID più volte a settimana; l’11% è definibile “dormiente”, perché usa il proprio SPID una volta l’anno oppure non lo usa affatto.
Nonostante la maggiore familiarità dimostrata, gli utenti faticano ancora ad avere occasioni per un uso frequente delle loro identità digitali che non siano legate ai servizi online delle Pubbliche Amministrazioni. Eppure, gli utenti evidenziano un interesse a usare SPID in ambito privato, in particolare per accedere ai servizi online offerti dalle aziende dei settori Banking & Finance e Telco & Utility, oppure per il loro riconoscimento in luoghi fisici, come gli aeroporti o le filiali delle banche.