Il Futuro del Wallet Digitale Europeo

Il punto di vista Namirial dopo il Convegno finale dell’Osservatorio Digital Identity del Polimi

(MILANO / SENIGALLIA) – 5 dicembre, 2024 – Anche quest’anno l’evento organizzato dall’Osservatorio del Polimi “Identità digitale: spettatori o protagonisti?” si è confermato come un punto di riferimento in Italia e uno degli incontri più autorevoli a livello europeo. La qualità dei contenuti è stata particolarmente elevata, merito del grande lavoro svolto dal gruppo di lavoro dell’Osservatorio Digital Identity, a cui va il nostro plauso. 

Di seguito, una sintesi delle principali considerazioni e riflessioni emerse a seguito della nostra partecipazione all’evento. 

Diversità dei modelli di wallet in Europa 

I modelli di wallet digitali sviluppati dai governi europei mostrano significative differenze, con approcci diversi sia nella collaborazione con attori privati che nella creazione di opportunità di mercato per operatori europei. In un contesto geopolitico in continua evoluzione, è emerso quanto sia cruciale evitare frammentazioni ed eccessiva regolamentazione, come sottolineato nei report Draghi (competitiveness) e Letta (EU single market). Il futuro dell’Unione si gioca sulla capacità di creare realtà industriali solide e integrate. 

Il wallet europeo: una visione da costruire 

L’intervento di Paolo De Rosa, rappresentante della Commissione Europea, ha confermato l’iter normativo in corso, inclusa la votazione dei primi atti implementativi eIDAS, svoltasi il 21 novembre. Inoltre, ha delineato un quadro chiaro l’architettura del wallet europeo, costruita su tre pilastri fondamentali: 

1. Identità digitale: per garantire identificazioni e autenticazioni sicure a individui e imprese. 

2. Scambio di dati: per facilitare la condivisione sicura di informazioni e attributi verificati tra mercati e Paesi. 

3. Pagamenti digitali: per supportare transazioni semplici e sicure, con un focus sul Digital Euro. 

Questa visione, che non si limita solo all’identità ma che include anche attributi e pagamenti, rappresenta un passo avanti verso una maggiore interoperabilità e sicurezza per il mercato digitale europeo. 

Identità digitali: un panorama variegato 

Il panorama europeo delle identità digitali è ancora molto frammentato, sia per tipologia di utenti che per utilizzi da parte degli stessi. Mentre Paesi come Francia e Italia sono tra i leader, Germania e Spagna non figurano ancora nella top 10 per diffusione. 

Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di ingegneria gestionale 

L’analisi dei 149 wallet esistenti in Europa e nel resto del mondo (31 governativi, 4 privati in ambito pubblico e 114 privati) ha sottolineato l’importanza di identità digitali e servizi fiduciari come pilastri della vita moderna e dei diritti nelle società contemporanee. 

Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di ingegneria gestionale 

L’Italia e lo stato dell’arte sull’identità digitale 

Per l’Italia, l’evento ha rappresentato un momento di riflessione strategica. La diffusione e i tempi di adozione degli schemi di identità digitale possono essere diversi e variano in base alla convenienza per gli utilizzatori finali – intesa sia come semplicità che come vantaggi reali – e agli incentivi dei vari attori a partecipare. Questo è attualmente il grande dilemma che riguarda il wallet.  

Guardando all’Italia, le proiezioni dei numeri della CIEid, che è la vera identità digitale rispetto alla CIE e a prescindere dalle definizioni presenti nei target del PNRR, mostrano un gap di circa 5 anni, se il ritmo di crescita rimane lo stesso. SPID si conferma essere la vera spina dorsale dell’identità digitale italiana, che rappresenta uno dei casi di successo maggiori in Europa per numero di utilizzi. Tuttavia, lo SPID è un’identità per lo più con livello sostanziale (Level of Assurance o LoA Substantial) ed è gestito da privati che dal 2017 ne hanno permesso una significativa adozione, anche grazie a ingenti investimenti per relazionarsi con i cittadini a cui è stato offerto, coprendo distribuzione, assistenza e miglioramenti continui che ne hanno determinato il successo. È stato opportuno ricordare da più fonti, compreso dall’osservatorio Namirial, che al netto della diffusione delle identità attivate, in Italia lo SPID viene preferito per le autenticazioni da oltre il 91% dei cittadini rispetto alla CIE. I numeri mostrati hanno ulteriormente confermato che la curva di crescita della CIE, alternativa con LoA high, ha un gap di diversi anni in termini di adozione – circa 4-5 se si proietta la crescita costante – e questo pone un grande interrogativo sulla raggiungibilità dei target e delle scadenze normative viste le barriere poste da eIDAS 2 sul level of assurance high per molti servizi fiduciari.  

Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di ingegneria gestionale 

Incentivi e ruoli nel nuovo ecosistema digitale

La lezione imparata per l’Italia, che sarà utile per il futuro dell’Europa, è quindi che i tempi di adozione di schemi di identità digitale possono essere diversi e si gioca tutto sostanzialmente su convenienza per gli utilizzatori finali – intesa sia come semplicità, che come vantaggi reali – e degli incentivi dei vari attori dell’ecosistema a partecipare. Questo è il grande dilemma che in questo momento riguarda il wallet e che influenzerà le decisioni di chi vuole essere spettatore o protagonista.  

La testimonianza di Namirial, protagonista in diversi tavoli di standardizzazione e sperimentazione nonchè operatore internazionale attivo in diversi paesi europei e non solo, ha voluto rappresentare proprio l’urgenza di chiarire gli incentivi per i partecipanti e su quanto sia rilevante innescare l’effetto volano necessario per l’adozione (volontaria) da parte di utenti, fornitori di attributi e di servizi fiduciari e pagamento, e aziende che ne potrebbero fruire. 

L’IT-Wallet e le prossime sfide 

Gli interventi istituzionali sull’IT-wallet pubblico, inteso come possibile evoluzione di SPID (da cui l’app IO dipende per il 90% degli accessi), hanno messo in luce le competenze italiane che, grazie al recente Decreto-Legge 2 marzo 2024, n. 19, potranno contribuire alla componente privata dell’IT-wallet. Questo strumento rappresenta un passo importante verso l’innovazione del sistema digitale nazionale. 

Spettatori e protagonisti: un nuovo paradigma 

Un intervento particolarmente interessante ha analizzato i possibili ruoli delle aziende nell’ecosistema del wallet europeo, distinguendo tra: 

• Verifier 

• Issuer di wallet 

• Issuer di attributi 

Questa prospettiva ha offerto spunti concreti per identificare strategie e posizionamenti che consentano alle aziende di passare da semplici spettatori a protagonisti attivi nei vari ruoli previsti. 

Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di ingegneria gestionale 

Fonte: Politecnico di Milano / Dipartimento di ingegneria gestionale 

Un ringraziamento speciale all’Osservatorio Digital Identity del Politecnico di Milano per l’organizzazione di un evento di alto livello, che ha permesso a Namirial di condividere il proprio ruolo di protagonista in questo settore. L’incontro ha evidenziato sfide e opportunità per il futuro del wallet digitale europeo, offrendo spunti utili a chi desidera essere parte attiva di questa rivoluzione digitale. 

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